Fine Q2, mercati in ripresa dopo la fase più acuta della crisi Covid-19

Fine Q2: mercati in ripresa dopo la fase più acuta della crisi Covid-19?

Il Q2,secondo trimestre) dei mercati finanziari, sta affrontando il suo ultimo mese dopo la crisi senza precedenti nel dopoguerra seguita al Covid-19. Il vento nell’ultimo periodo  sta certamente cambiando anche se a maggior ragione in un periodo difficile come questo è molto importante per chi esercita il trading poter scambiare azioni senza commissioni capaci di aumentare i margini di profitto. Per quanto riguardo l’Italia e il mercato delle azioni della Borsa di Milano, tutti gli indicatori segnalano un trend di significativa  ripresa, tanto che nelle ultime due settimane l’indice FTSE MIB è passato da 17.400 a oltre 20.000 punti. Bisognerà ora capire se siamo davvero alla fine di una fase complesse e piena di incertezze dovuta agli effetti economici di una pandemia che fino a pochi mesi fa non era minimamente prevista o prevedibile.

Cosa è cambiato rispetto alla fase acuta della crisi?

Certamente, il contenimento della pandemia sta dando maggiore fiducia a mercati e investitori. L’allentamento e poi superamento delle misure di lockdown lo scorso mese avrebbe potuto, secondo alcuni esperti, creare una recrudescenza dell’epidemia proprio a inizio giugno. Il fatto che questo non sia accaduto, è un segnale ovviamente positivo che allontana almeno una delle preoccupazioni che erano in campo. Non solo: i numeri dei contagi, e quelli dei morti, sembrano ormai nettamente in calo in modo stabile e progressivo in tutto il vecchio continente. La stessa Italia, che era stato il primo paese non asiatico dove il virus aveva iniziato a diffondersi, presenta ormai una curva sempre discendente, con alcune regioni che hanno ormai da tempo raggiunto contagi zero. E’ vero che sono aperti ancora dei fronti significativi fuori dall’Europa, a partire dagli Stati Uniti, per passare al Brasile e all’India. Ma il caso europeo è certamente un buon segnale anche per il resto del mondo dove l’epidemia si è diffusa più tardi: il Covid-19 si può affrontare e, se non sconfiggere, certamente fiaccare.

L’attività di stimolo monetario delle Banche Centrali

Le principali banche centrali hanno intrapreso azioni poderose e decisive per sostenere l’economia, accelerando l’acquisto di asset e aggiungendo nuovi tipi di titoli ai loro bilanci, come obbligazioni societarie e carta commerciale non finanziaria. La BCE e la BoJ sono state in parte frenate nei effetti conseguenti ai tagli dei tassi, poiché i tassi in Europa e Giappone sono già stati molto bassi per anni.
Secondo molte ricerche la politica monetaria può essere meno efficace quando i tassi di interesse sono già bassi. Vi sono prove, tuttavia, che può ancora essere efficace per alleviare le gravi crisi finanziarie. La BCE nello specifico ha cercato di supplire al limite rappresentato da tassi già bassi, tramite lo strumento definito non convenzionale del Quantitative Easing (o alleggerimento quantitativo).

Cos’è il Quantitative Easing e perché viene usato

Il quantitative easing (QE) è una forma di politica monetaria non convenzionale in cui una banca centrale acquista titoli a più lungo termine dal mercato aperto al fine di aumentare l’offerta di moneta e incoraggiare prestiti e investimenti. L’acquisto di questi titoli aggiunge nuovi soldi all’economia e serve anche a ridurre i tassi di interesse offrendo titoli a reddito fisso. Espande anche il bilancio della banca centrale. E’ proprio l’effetto di creazione di momenta che distingue questo strumento da quello considerato convenzionale di normale acquisto e vendita di titoli sul mercato aperto.
Quando i tassi di interesse a breve termine si avvicinano allo zero, le normali operazioni di mercato aperto di una banca centrale, che hanno come target i tassi di interesse, non sono, come si diceva, più efficaci. Invece, una banca centrale può scegliere come target quantità specifiche di  titoli da acquistare, come ad esempio quelli governativi. L’”allentamento quantitativo” aumenta l’offerta di moneta acquistando assets con riserve bancarie di nuova creazione al fine di immettere nell’economia maggiore liquidità. Si tratta di una soluzione che mira a dare uno “shock” soprattutto in particolari momenti di grave crisi, come quello che stiamo vivendo.
Sono dunque principalmente l’effetto combinato delle progressiva diminuzione della pandemia, da una parte, e dell’utilizzo d strumenti espansivi di economia monetaria che stanno propiziando un recupero degli indici dei mercati in quest’ultima parte del Q2. Di quale entità sarà alla fine la ripresa, lo vedremo durante questo mese.
 

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