Il 24 gennaio si celebra la Giornata Internazionale dell’Istruzione sancita dall’ONU

Il 24 gennaio si celebra la Giornata Internazionale dell’Istruzione sancita dall’ONU

Il diritto all’istruzione è sancito dall’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il quale dichiara che: “Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria”.

Anche la Costituzione Italiana ha dedicato un articolo, il trentaquattresimo della suddetta, alla garanzia per l’istruzione e l’educazione, sancendo che: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.

In un periodo così particolare, come quello che stiamo vivendo al giorno d’oggi a causa della pandemia da Covid-19, uno dei pericoli più dannosi a cui potremmo andare incontro è proprio la dispersione scolastica, ovvero il complesso di fenomeni consistenti nella mancata o incompleta o irregolare fruizione dei servizi dell’istruzione da parte di ragazzi e giovani in età scolare, come definita dall’Enciclopedia Treccani.

Alcune delle motivazioni che spingono a ciò sono più soggettive, come, ad esempio, le difficoltà cognitive e di apprendimento, la demotivazione. Altri fattori sono più legati alla scuola e al suo contesto, ad esempio per quanto riguarda il rapporto con i docenti, la qualità della didattica a distanza attuata.

Infine una delle motivazioni che per eccellenza potrebbe portare un ragazzo ad abbandonare i propri studi è sicuramente la situazione economica familiare. La sensazione di impotenza e di frustrazione, unita al senso di responsabilità nei confronti della famiglia, spingerebbero lo studente a gettarsi a capofitto nel mondo del lavoro, ritirandosi così dall’ambito scolastico.

Ed è qui che lo stato, e più in generale l’Unione Europea, dovranno essere in grado di garantire la prosecuzione degli studi, fornendo agli studenti tutti gli strumenti necessari, poiché soprattutto l’istruzione dona la libertà individuale che ciascun essere umano merita.

 

#FOLLOW US ON INSTAGRAM