Vita da papà: come imparare a relazionarsi con un figlio

La vita di coppia, con un figlio di cui occuparsi, impegna ambedue i genitori. Può capitare che i papà siano costretti a stare più tempo fuori casa, e quindi passino meno tempo in famiglia. Questo non dovrebbe impedire loro di badare al figlio e intervenire per aiutare nelle incombenze di tutti i giorni, come il cambio dei pannolini, o assisterlo quando sta male. L’identikit del padre perfetto non esiste: bisogna fare team, e aiutare il figlio nella crescita.

Imparare a stare con il proprio bimbo sin dalla gravidanza è fondamentale
Essere presente durante la gravidanza sostiene emotivamente la madre: sin dalla gravidanza il papà può far sentire al bimbo la sua voce, accarezza la pancia, contribuire ad un clima rilassato e sereno. Il piccolo percepisce la presenza di chi gli sta vicino sin da subito. Assistere al parto, per chi vuole, può servire a condividere le emozioni e le ansie. Ma attenzione: dopo pochi minuti, quando l’infermiera spiegherà come cambiare il bambino, è bene che il papà capisca subito come relazionarsi con il figlio, anche per aiutare la mamma nei primi, delicati momenti post-parto.

Il papà solo con il figlio

Ogni madre dovrebbe avere a disposizione momenti solo per lei: un papà che si sente a proprio agio con il figlio può fare team più facilmente. Soprattutto quando il bimbo accusa piccoli malanni– e succederà spesso, nei primi mesi di vita: specialmente se a contatto con gli altri coetanei, all’asilo-nido ad esempio, il pargolo contrarrà probabilmente febbre e raffreddori.
Uscire di casa, in certi frangenti, può essere complicato: sicuri di aver fatto scorte di pannolini, creme idratanti, detergenti e olii? Se ancora non l’hai fatto, puoi sfruttare il web: al giorno d’oggi è possibile ordinare prodotti per bambini anche online, ad esempio su shop-farmacia.it. In questo modo si possono evitare lunghe file in negozio o al supermercato, ottimizzando il tempo a disposizione.
Dalle prime febbri alle “pappe” e biberon, giochi e coccole, passando per le favole della buona notte quando sarà in grado di capirle: il papà può contribuire attivamente ai primi mesi di vita del figlio. Intanto però serve costanza e tanta pazienza, anche per alleviare il carico della madre, e darle le pause indispensabili per riprendersi della fatica del parto e della successiva gestione del neonato. Cullarlo la notte se si sveglia, portarlo in giro di giorno in carrozzina sono la maniera migliore per aiutare lei e fare sentire al piccino la propria presenza e il proprio affetto.
Come essere un buon padre
Per essere un buon padre non basta cambiare il pannolino al bambino, fargli il bagnetto e scegliergli i vestitini, ma bisogna instaurare con lui una relazione vera e solida, in modo che il bambino si senta sicuro. Non solo: l’identikit del buon padre non finisce qui. Bisogna sempre essere aperti, tolleranti e generosi, e non farsi sorprendere a borbottare come se fosse un compito ingrato. Fondamentale essere d’esempio per il figlio fin da piccolino, perché è proprio lo spirito di emulazione che lo aiuta ad affrontare i suoi primi problemi. Aiuta molto anche la routine, perché diventa per il bambino un punto di riferimento a cui si aggrappa nei momenti di insicurezza o di paura, durante la crescita.
Come spiegano molti studi, la cara vecchia abitudine della favola della buona notte, ad esempio, crea un momento importante e condiviso, un riferimento sicuro con cui si chiude la giornata e si risolve anche qualche piccolo diverbio quotidiano. Anche in questo caso fare scorta di libri per bambini, ad esempio nella sezione dedicata sul sito della Feltrinelli, sul può essere una soluzione ideale per chiudere serenamente la giornata. Essere padre vuol dire avere molta pazienza, specialmente in certi momenti: è diventato virale il video dell’irruzione in diretta dei figli del professore Robert E. Kelly durante un’intervista alla BBC. E la sua faccia imperturbabile, di chi affronta quotidianamente blitz infantili in studio o in casa. Una faccia da papà, che quotidianamente vive il suo ruolo.

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