Razionamento alimentare: panico fra i compratori

Il conflitto tra Russia e Ucraina potrebbe presto trasformarsi in una guerra di portata mondiale; tuttavia a subirne le conseguenze  non sarebbe solo l’Ucraina, ma anche l’intera Europa e l’America, soprattutto nel settore alimentare.

Molti paesi stanno infatti emanando dei comunicati, con i quali chiedono ai cittadini di fare scorta di acqua e cibo per almeno 1 settimana. Dopo il razionamento avvenuto in Svizzera, anche in Italia le catene alimentari si stanno attrezzando per limitare l’acquisto di determinati prodotti. In realtà però il presidente Mario Draghi ha spiegato che non c’è alcun motivo per cominciare a fare scorte alimentari, considerando che non siamo ancora in una fase definibile “economia di guerra”.

 

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Oltre alla Coop, anche Lidl sta applicando il principio del razionamento, nonostante non ci sia ancora un effettivo rischio di mancanza di prodotti. La decisione del razionamento è infatti finalizzata a contenere i comportamenti eccessivi dei compratori.

Il Lidl con un comunicato stampa ha indicato quali sono i limiti di acquisto per determinati prodotti, intimoriti dal comportamento degli acquirenti, che sono preoccupati di non riuscire più a trovare quello di cui hanno bisogno. Alcuni prodotti indicati da Lidl sono:
carta igienica (massimo 3), conserve di pomodoro (massimo 5), carne in scatola (massimo 3), farine (massimo 3), verdure sott’olio e sottaceto (massimo 5).


Per quanto la situazione delle zone di guerra sia preoccupante, il sistema economico riesce ancora a fronteggiare l’emergenza.

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